venerdì 27 gennaio 2012

ENNIO CAVALLI

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ENNIO  CAVALLI,  forlivese,  classe  1948,  vive  da  molti  anni  a  Roma,  dove  per  lungo  tempo  è  stato  direttore  di  RadioRai2.  Questa  poesia  è  tratta  dalla  raccolta  "CARTA  INTESTATA",  del  1982,  che  quell'anno  andò  finalista  al  Premio  Viareggio.




Sono  padre  del  bambino
che  a  dieci  anni  su  questi  muscoli
trottava  incontro 
ad una abitudina già adulta,
e  con  la  stessa  febbre
moltiplicava  feste  ed  avvilimenti
crucci  perentori,
indelebili  obiezioni...

(un  uomo  tra  germoglio  e  liquido)

Sono  padre  del  bambino
che  odiava  l'aritmetica
ed  ora  suddivide  estri
per  variabili  future...
gli  ho  insegnato  a  non  piangere
che  la  solitudine  teme
chi  tiene  in  casa  un  giradischi
e  per  amico  un  gatto  o  un'idea.

I  miei  occhi  coi  suoi 
hanno  divorato  primavere
e  magnolie  gonfie  sui  rami...
docile  avversario  un  muretto
trasformava un  pallone
in  prodezze  al  volo
(a  quale  finestra  una  bambina?)

Fine  stagione  nel  cappottino  più  corto,
oppure  spavaldi  in  capitali  europee,                                                                      le  sue  scarpe  mi  starebbero  strette
nelle  mie  immagina
ancora  una  mèta  importante
(appuntamento  a  Milano)

Tentava  la  O  di  Giotto,
inconfutabile  circoscrizione
del  talento...
tra  i  suoi  trofei:
uova  di  lucertola,
otto  a  scuola,
Bianchi  per  quella  tappa 
in  falsopiano.

 
Dovrei  avere  
il  triplo  di saggezza,
e  invece  mi  appello  ancora
a  sue  nozioni  elementari,
il  cuore  sempre
a  due  spanne  dalla testa...
dov'è  a  quest'ora?

Ucciso  dal  chiodo  della  Cresima,
soffocato  da  sangue  adolescente,
da  padre  tartaro
squartato  col  coltello,
mi  lasciò  le  sue  ossa,
ed  il  suo  profilo.

Dorme...
in  un  cimiterino  di  paese...
dopo  la  polvere,
dopo  le  magnolie.

Questi  trent'anni,
sgocciolati  e  in  bilico,
sono  l'esile  zavorra
messa  in  salvo.
Resterà  in  me  
per  capire,  per  annusare...


Sarà  una  variabile  fissa
nel  quaderno  delle  imprecisioni,
la  sorpresa  riletta  in  una  foto.

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