domenica 6 aprile 2014

"TOTTEIDE" - FRANCO COSTANTINI


Franco Costantini è nato a Roma nel 1959, ma la famiglia si è poi trasferita in Romagna tre anni dopo. Giornalista, poeta, anagrammista, attore, operatore e promotore culturale, è oggi considerato uno dei maggiori esperti di Dante Alighieri vivente, anche se il suo raggio d'azione spazia anche sui poeti greci e latini della classicità e sui poeti rinascimentali più importanti. Essendo romano d'origine non ha mai abiurato la sua fede romanista e in particolar modo il suo sconfinato amore per il mitico capitano Francesco Totti, di cui canta le gesta in questo libro, "Totteide", edito da Imprimatur e distributio nientemeno che da RCS. In pratica a Roma lo vendono anche nelle edicole. Un giusto riconoscimento, quindi, a questo personaggio che ormai ha segnato in profondità la vita culturale del nostro Paese, e che ho avuto il privilegio di conoscere oltre trent'anni fa, condividendo a volte serate di poesia insieme a lui. Da "Totteide", poema epico in endecasillabi, ecco a voi la prima parte del del prologo, che rimanda a quella notte del 1976 che diede i natali a Totti e che curiosamente coincise con la semifinale di Coppa Davis con l'Italia di Panatta e Barazzutti impegnata al Foro Italico in Roma, e che poi si concluderà con la finale disputata in Cile, e vinta, per la prima e finora unica Coppa Davis che l'Italia può vantare.



Eupalla diva, e voi possenti numi
che il calcio amate, e la "sferomachia"
nel mio intelletto, deh, infondete lumi
acchè più pronta la mia penna sia.

Donate a me la forza d'un Titano,
l'estro dei vati ed il saper dei dotti,
ch'i vo' narrar del Grande Capitano
ch'i vo' narrar di Francesco Totti.

I' vo' cantar de la sua classe pura,
del suo coraggio, de la sua gran possa,
e de la dedizione imperitura
con cui servì la causa giallorossa.

Cominciò tutto nel Settantasei,
il giorno ventisette di Settembre:
baciato dalla Sorte e dagli Dei,
nacque un fanciullo d'aggraziate membre.

Il giorno pria, domenica, in attesa
l'Urbe parea, sì come quando incombe
l'arcan; e in Coppa Davis fu sospesa
la gara di Panatta con "Niucombe"  (John Newcombe, tennista dell'Australia, ndr) 

Comete od altri segni assai sovente
d'un semidio precedono il Natale:
scese sul Foro Italico repente
il buio, e fè rinviar semifinale.

Lunga fu quella notte. Intensa e lunga
e oscura più di tutte l'altre notti.
Roma pregava: "che la luce giunga!".
E giunse l'indomani insieme a Totti.

Ogni romano si sentì più vivo
quel giorno; e più vincente, e meno frale:
Panatta, per il punto decisivo,
vinse due set e ci portò in finale.

Sin dal primo vagìto quel neonato
fu Stimolo, su Simbolo, fu Stella,
Bandiera, Salvator, Predestinato...
"Francesco" lo nomar Enzo e Fiorella.

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