giovedì 18 luglio 2019

WILLIAM BUSDRAGHI


LUGLIO

Di granturco i pennacchi lo stormir
fremito d'onda di risacca smeraldo
ghermisce la vista 
sfiorata d'alito vento
bruciata di canicola
sotto iride opalescente
disteso rimembro
nei vapori che sfigurano l'orizzonte
e sgorgano sonnolente
le immagini
le risa
le parole
i volti
nell'eco riarso della terra
negli schianti
come nuova linfa
per secche vene senza vita

Oh, fanciullezza lontana
odor di pomodoro strusciato
di pesche e vino rosso
e gli schiamazzi giù in cortile
esotici richiami di fantastiche avventure
e giungle di filari
e trincee tra solchi d'orti
e le mani dure di mio nonno
sul mio capo di bambino 

E riveder mia madre
di giovinezza baciata
cingermi e farsi nido
sentirne il calore
la sua protezione
nel frinir di cicale
nel ronzio solingo d'un'ape
nel destarmi improvviso
di nuovo abbandonato
scrutare lontano
fissando nel vuoto
cercando un sapore
cercando un bagliore
sorridere solo
rialzarmi nel sole
sospirare di gioia
e tornare da te