domenica 9 giugno 2013

VITTORIO SERENI


Nel 1947 usciva una piccola raccolta di 24 poesie di Sereni, dal titolo "Diario d'Algeria", che gli diede fama e notorietà. Fino a quell'anno, infatti, la sua notorietà era limitata ai pochi, anche all'epoca, cultori di poesia, i quali, però, si avvidero subito della "novità" di quella poesia, che rappresentava -con altre modalità espressive, certo- quello che aveva rappresentato nel 1917 "Il Porto Sepolto" (in seguito "L'Allegrìa") di Ungaretti. In pratica il racconto in versi della condizione esistenziale dell'uomo che vive e patisce la guerra delle trincee o della prigionìa. Il testo che proponiamo s'intitola "Italiano in Grecia", e reca la data "Pireo, agosto 1942". Sereni arriva in quel giorno ad Atene (il Pireo è lo sbocco sul mare della capitale greca). Sarà solo uno scalo di breve durata: il domani è l'Africa, il deserto libico. 



Prima sera d'Atene, esteso addio
dei convogli che filano ai tuoi lembi
colmi di strazio nel lungo semibujo

Come un cordoglio
ho lasciato l'estate sulle curve
e mare e deserto è il domani
senza più stagioni

Europa, Europa, che mi guardi
scendere inerme e assorto
in un mio esile mito tra le schiere
dei bruti, sono un tuo figlio in fuga
che non sa nemico se non la propria
tristezza o qualche rediviva tenerezza
di laghi, di fronde dietro i passi
perduti, sono vestito di polvere
e sole, e vado a dannarmi,
ad insabbiarmi per anni...