sabato 2 maggio 2020

PAOLO RUFFILLI


Poeta forlivese ma residente da anni a Treviso, è una delle voci più importanti della poesia italiana contemporanea ed è da molti anni direttore editoriale de "Le edizioni del Leone" di Venezia. Alcuni brani da "Le cose del mondo", il suo libro più recente.


“La cosa fastidiosa / è che tutto accada / anche quando non ci siamo / o, presi intanto / dentro un’altra storia, / non ce ne accorgiamo.”
“Mi preme su / dall’orlo nero dell’assenza / e mi impedisce / di passare i suoi confini / mi spinge e stringe / nella morsa amplificata / non mi dà tregua / ma non mi stanca / la notte bianca.”

“Eccolo, il nome della cosa: / l’oggetto della mente / che è rimasto preso e imprigionato / appeso nei suoi stessi uncini / disteso in sogno, più e più inseguito / perduto dopo averlo conquistato / e giù disceso sciolto e ricomposto / rianimato dalla sua corrosa forma e / riprecipitato nell’imbuto dell’immaginato.”

“Non c’è parola che possa dire / per due persone di genere diverso / la stessa cosa al non reciproco sentire, / meno che mai se in relazione al corpo: / voce già impressa nominandola incarnata / mentre esce spinta fuori dal soffio della gola / e, incarnandola nel sogno, dal desiderio / intanto delirata in due disegni e modi / alieni per usi e per mestieri, per forma / e per sostanza, per DNA e per stile / tra gli stranieri opposti maschile e femminile.”
“Emerge su dal fondo, esonda la parola / lingua di fuoco a rompere il silenzio / e pronunciare netto al mondo / ciò che aspetta ancora nell’assenza, / ciò che fluttua nell’andare più indistinto / ancora lì senza la forma e i contorni / e che di colpo cessa di essere in procinto / e si fa vivo da incolore, si assume e circoscrive / dentro il magico reticolo del nome / come contenuto del suo contenitore.”
“Il nominare chiama e, sì, / chiamando ecco che avvicina / invita ciò che chiama a farsi essenza / convocandolo a sé nella presenza. / È la ragione che si fa linguaggio / volto a spiegare perfino il sentimento, / musica interiore che su da sotto sale / e consegnandosi all’urto materiale / delle precipitose scaglie ondivaghe sonore / parla del suo scontrarsi per domarla / con la resistenza delle cose.”