sabato 23 novembre 2019

CORRADO GOVONI


Piove sul mare verde.
Piove sull'Avemaria
che suonano quei monti laggiù in fondo
come dolcissime campane azzurre.
Piove sull'odore stellato dei gelsomini
che fioriscono contro il muro rossastro d'un orto.
Piove sulle ghirlande marce del cimitero.
Piove sull'ombrello da vetturino del mendicante
e sulla sua triste elemosina.
Piove sull'organetto rosso del vagabondo
piangente macchina fotografica
che non è mai pronta per far la fotografia:
tutti si stancano e la mandan via.
Piove sulla primavera
e sull'anima mia rugosa e nera.

(da L'inaugurazione della primavera,1915)

giovedì 18 luglio 2019

WILLIAM BUSDRAGHI


LUGLIO

Di granturco i pennacchi lo stormir
fremito d'onda di risacca smeraldo
ghermisce la vista 
sfiorata d'alito vento
bruciata di canicola
sotto iride opalescente
disteso rimembro
nei vapori che sfigurano l'orizzonte
e sgorgano sonnolente
le immagini
le risa
le parole
i volti
nell'eco riarso della terra
negli schianti
come nuova linfa
per secche vene senza vita

Oh, fanciullezza lontana
odor di pomodoro strusciato
di pesche e vino rosso
e gli schiamazzi giù in cortile
esotici richiami di fantastiche avventure
e giungle di filari
e trincee tra solchi d'orti
e le mani dure di mio nonno
sul mio capo di bambino 

E riveder mia madre
di giovinezza baciata
cingermi e farsi nido
sentirne il calore
la sua protezione
nel frinir di cicale
nel ronzio solingo d'un'ape
nel destarmi improvviso
di nuovo abbandonato
scrutare lontano
fissando nel vuoto
cercando un sapore
cercando un bagliore
sorridere solo
rialzarmi nel sole
sospirare di gioia
e tornare da te

venerdì 24 maggio 2019

SABATINO CATAPANO





“Buonanotte a tutti
e non ridete
e non sbattete le mani
solo per fare ipocrisia
evviva l’anarchia 
che nasce nel cuore”
IMG_20190523_165458Oggi è scomparso un compagno unico, un amico, un vecchio anarchico, uno degli ultimi testimoni viventi dell’inferno dei manicomi. Un poeta raro e un attore nato. Ho conosciuto Sabatino Catapano 10 anni fa. Stava facendo un giro per l’Italia per raccontare, alla sua delicata maniera, il manicomio. Una piccola valle in Liguria aveva (ora non c’è più) un circolo libertario parecchio attivo. Un conoscente mi disse che quella sera, in quella zona remota della liguria, c’era un compagno, della zona di Napoli, che faceva uno spettacolo vestito da Pulcinella. Io gli chiesi di cosa si trattasse, era uno spettacolo comico? Era un artista di strada? Abitavo lontano e volevo capire se poteva interessarmi. La persona a cui avevo indirizzato le domande mi disse: “Parla dei manicomi”. Accesi la macchina e partii subito. Fu così che conobbi uno dei compagni più attivi, in Italia, nella lotta antipsichiatrica. Un vero “matto”, uno che in manicomio ci aveva vissuto. Non ne parlava in modo indiretto o da studi didattici sull’argomento, ci aveva vissuto. Lo spettacolo mi colpì parecchio, Sabatino era bravissimo nel raccontare l’irracontabile. Il vero inferno dell’essere umano. Dopo lo spettacolo ci sedemmo insieme e cominciammo a parlare. Gli dissi che ero rimasto pietrificato da come riuscisse a raccontare, in modo “tranquillo” e ironico, tutto quel dolore. Ero commosso e lui si accorse. Mi chiese come mai ero così interessato alla lotta antipsichiatrica e alla contenzione manicomiale. Gli risposi calmo, erano anni che non ne parlavo, per giunta con uno sconosciuto, ma sentii in lui una persona speciale. Avrebbe compreso. Mi abbracciò. Diventammo amici per sempre. Anche, nell’ipotesi, non ci fossimo visti mai più. Mi ricordava mio padre, un uomo piccolo ma dalla forza del marmo. Ora non c’è più e il movimento antipsichiatrico italiano ha perso un fiore meraviglioso. E l’anarchia una fiaccola indomita.
Sabatino era anche un poeta, di quelli veri. Di quelli che scrivono con il cuore, la pelle ferita. Ora ci restano le sue poesie:
EPPUR TI AMO
Ho salpato infiniti oceani
ho navigato tutti i mari dell’universo
ho attraccato in questo porto
senza sapere cosa cercavo
Ho incontrato te
col tuo splendore
e ho pensato
di non andare oltre
Credevo di essere arrivato al capolinea
ma all’improvviso
ho visto un nuovo orizzonte
e sono scappato via
Ho tanto bisogno di libertà
di una libertà infinita

sabato 20 aprile 2019

PAUL VERLAINE


L'oceano sonoro
palpita sotto l'occhio
della Luna in lutto
e palpita ancora,
mentre un lampo
vivido e sinistro
fende il cielo di bistro
d'un lungo zigzag luminoso,
e che ogni onda
in salti convulsi
lungo tutta la scogliera,
va, si ritira, brilla e risuona.
E nel firmamento,
dove erra l'uragano,
ruggisce il tuono
formidabilmente.