domenica 7 aprile 2013

CHARLES BUKOWSKI


Considerato poco come poeta, Bukowski è invece autore di testi magari non belli stilisticamente ma concettualmente molto efficaci, e con ritmi e tempi di grande effetto. Questo testo s'intitola "Un cavallo da 340 dollari e una puttana da 100", e risale ai primi anni '60.



Non vi venga l'idea che io sono un poeta;
mi trovate mezzo sbronzo all'ippodromo ogni giorno
a puntare su quarter, trottatori e purosangue,
ma, fatevelo dire, là ci sono delle donne
che seguono i quattrini, e qualche volta
quando guardi queste puttane da cento dollari
qualche volta ti domandi se la natura non ha scherzato
a regalare tanto petto e tanto culo
e come questo stia tutto insieme,
e tu guardi e guardi e guardi e non ci credi;
ci sono le donne qualsiasi e poi c'è
qualcos'altro che ti fà venir voglia
di sfondare quadri e spaccare dischi
di Beethoven sul coperchio del cesso;
in ogni modo la stagione si trascinava
e i pezzi grossi restavano in bolletta,
tutti i non professionisti, gli operatori, i produttori,
gli spacciatori di marijuana, i pellicciai,
gli stessi proprietari...

e quel giorno correva Sant Louis
un cavallo che rompeva quando il ritmo era serrato
correva a testa bassa, era brutto e cattivo
dato 35 a 1, e io puntai un deca su di lui;
il driver lo spinse molto largo
lo portò allo steccato dove sarebbe stato solo
anche dovendo fare il quadruplo di strada
e in effetti fu così
tutta la gara lungo lo steccato
correndo due miglia anzichè una
e vinse come se avesse avuto
il demonio dietro alle calcagna
e non era nemmeno stanco...

e la bionda più grossa di tutte
tutta tette e culo, nient'altro
praticamente
venne a riscuotere con me;
quella notte non riuscii a disfarla
anche se le molle sprizzavano scintille
che rimbalzavano sui muri;
più tardi, seduta in sottoveste
e bevendo "Old Grandad" mi disse:
"Come mai un tipo come te
  vive in una stamberga come questa?"
e io le dissi: "Sono un poeta"
e lei buttò indietro la bella testa e rise:
"Tu? Tu saresti... un poeta?"
"Proprio così" le dissi "Proprio così"
ed ancora mi piaceva, sì
mi piaceva ancora tanto,
e ringrazio ancora quel brutto cavallo
che mi ha fatto scrivere questa poesia.