giovedì 11 gennaio 2024

LORENZO DE MEDICI - Trionfo di Bacco e Arianna

 

Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

Quest’è Bacco e Arïanna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ’l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia
di doman non c’è certezza.

Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo
se non gente rozze e ingrate:
ora, insieme mescolate,
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

Questa soma, che vien drieto
sopra l’asino, è Sileno:
così vecchio, è ebbro e lieto,
già di carne e d’anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca oro diventa.
E che giova aver tesoro,
s’altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siam, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c’ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza. 

giovedì 7 dicembre 2023

PIERO CIAMPI

 

Se un pittore ti vedesse
inventerebbe una nuova luce.


L'usignolo t'incontrerà
e farà il nido sulla tua mano,
dolce e chiaro amore.


Hanno distrutto le tue speranze,
viso di primavera,
ma qualcuno è qui che ti ama mattino e sera.

Cerca di dormire serena.

sabato 25 novembre 2023

DIEGO VALERI


L'Assenza.

C'è, scavata nell'aria, la tua dolce
forma di donna; un vuoto
che palpita di te, come l'immoto
silenzio dopo una perduta voce
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Fiore del nulla.

Quando ti schiudi, fiore
divino, assorto è il tempo
fuor di notte e di giorno,
l'aria non ha colore,
tutto è perduto intorno.
Tu solo sei, divino
fiore del nulla, amore.
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Il Fiume.

Il fiume che si svena alla sua foce,
la sera che s'incenera e si sfa
nella tenebra morta, il fil di voce
del vento tra la viscida erba... Cuore,
quello ch'è stato d'amore e dolore
più non sarà.
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Albero.

Tutto il cielo cammina come un fiume,
grandi blocchi traendo di fiamme e d'ombra.
Tutto il mare rompe, onda dietro onda,
splendido, alle fuggenti dune.
L'albero, chiuso nel puro contorno,
oscuro come uno che sta su la soglia,
muto guarda, senza battere foglia,
gli spazi agitati dal trapasso del giorno.

venerdì 3 novembre 2023

GIORGIO CAPRONI - "Foglie"

 


Quanti se ne sono andati…
Quanti.
Che cosa resta.
Nemmeno
il soffio.
Nemmeno
il graffio di rancore o il morso
della presenza.
Tutti
se ne sono andati senza
lasciare traccia.
Come
non lascia traccia il vento
sul marmo dove passa.
Come
non lascia orma l’ombra
sul marciapiede.
Tutti
scomparsi in un polverìo
confuso d’occhi.
Un brusìo
di voci afone, quasi
di foglie
controfiato
dietro i vetri.
Foglie
che solo il cuore vede
e cui la mente non crede.

martedì 17 ottobre 2023

LOUISE GLUCK

 

'Corpo mio, ora che non viaggeremo più
molto a lungo insieme,
comincio a provare una nuova tenerezza
verso di te, molto cruda ed inconsueta,
come i ricordi che ho dell'amore
quando ero giovane
l'amore che era così spesso sciocco
nei suoi intenti
ma mai nelle sue scelte,
nelle sue intensità.
Troppo chiedere in anticipo,
troppo che non poteva essere promesso.
La mia anima è stata così timida,
così violenta: perdona la sua brutalità.
Come fosse quell'anima, la mia mano
si muove cauta su di te,
non volendo recare offesa
ma impaziente, finalmente, di raggiungere
l'espressione come sostanza:
non è la terra che mi mancherà,
sei tu che mi mancherai.'

sabato 30 settembre 2023

FRANCO MANESCALCHI

 CARTOLINA POSTALE

Sono stanco davvero: ho visto il mare
nelle pendici fra Volterra e Cecina dove il tempo si scioglie in mille pieghe
e i fantasmi camminano sull’acqua del passato remoto che ritorna.
Ho visto il mare della preistoria
alzarsi sulle crete lavorate
e rianimare i fossili.
Sono stanco davvero: a Populonia
ho sentito le acque ritirarsi
e riemergere il golfo di Baratti
coi bastioni murati dove adesso
le alghe ricominciano il percorso precario dei millenni
verso casa uscendo da quel gioco di colline
e di lingue di terra senza tempo
dove Firenze appare oltre le balze
del Chianti e ogni apparenza ha preso il volo
e sono stanco d’essere nel vero
Rimani, non c’è niente da spartire. Ora il tavolo è nudo, nudo il legno.
Si legge il tempo, le sue dure spine,
A nodo a nodo, come in un disegno.
Metti la giacca alla spalliera e siedi.
Anche la gatta tace nel suo regno, Regno che tu mutissima presiedi.
I fogli sono bianchi nel cassetto.
Alto sui tetti il sole arde Rifredi.
Forse il tempo è compiuto, ma di getto.
Un volo di piccioni al cornicione scompiglia l’orizzonte ed io rimetto
– con un gesto improvviso – in discussione
ogni certezza, l’ultimo copione

mercoledì 6 settembre 2023

GIUSEPPE GIOACCHINO BELLI

 

COSA  FA  ER  PAPA?


Cosa fa er Papa? Eh, trinca, fa la nanna,
taffia, pija er caffè, sta a la finestra,
se svaria, se scrapiccia, se scapestra,
e tiè Rroma pe camera-locanna.
Lui, nun avenno fiji, nun z'affanna
a dirigge e accordà bbene l'orchestra;
perché, a la peggio, l'ùrtima minestra
sarà sempre de quello che commanna.
Lui l'aria, l'acqua, er zole, er vino, er pane,
li crede robba sua: è tutto mio!
Come a sto monno nun ce fussi un cane.
E quasi quasi goderìa sto tomo
de restà solo, come stava Iddio
avanti de creà l'angeli e l'omo.