I prati che guardo mi ricordano
i miei primi anni nella mia casa
dove mia madre diceva: ci incontreremo un giorno,
I prati che guardo mi ricordano
i miei primi anni nella mia casa
dove mia madre diceva: ci incontreremo un giorno,
Oggi se n'è andato Paolo Pietrangeli. Musicista, poeta, attore e regista. Ha scritto molte canzoni di protesta e questo è il testo della sua più famosa, "Contessa", che scrisse nel 1966 a ventuno anni.
Scritta in occasione della prima occupazione studentesca dell'università a Roma, in seguito all'assassinio da parte fascista di Paolo Rossi. la canzone divenne tra le più eseguite durante il Maggio del '68.
«S’infuria il sole, la sua ombra incatenata dà la caccia al mare / Una casetta, due casette, il pugno chiuso dalla rugiada profuma ogni cosa / Fiamme e fiamme vanno in giro a svegliare porte chiuse delle risate / è tempo che i mari si presentino ai pericoli / Che volete chiede il raggio, che volete chiede la speranza / calando la sua camicetta bianca / Ma il vento ha seccato la vampa, due occhi pensano / Senza sapere che fine faranno così denso è il loro futuro / Verrà un giorno che il sughero imiterà l’àncora e ruberà il sapore dell’abisso / Verrà un giorno che la loro duplice identità diventerà una sola / Più in alto o più in basso delle vette che ha incrinato il canto del Vespro / Di stasera, non importa, l’importante è altrove / Una ragazza, due ragazze, si curvano sui loro gelsomini e scompaiono / Resta un torrente a raccontarle ma proprio lì le notti si sono chinate a bere / Grandi colombi e grandi sentimenti coprono il loro silenzio / Pare quella loro passione sia irredimibile / Nessuno sa se verrà il dolore a spogliarsi insieme a loro / Le trappole scarseggiano, le stelle indicano agli amanti gli incantesimi / Tutto balza, si aggroviglia – pare sia giunta l’immortalità / La cercano le mani stringendo il loro destino che ha cambiato corpo e si è fatto vento / Forte – pare sia giunta l’immortalità».
LA LUCE SULLE TEMPIE
Che strano sorriso
vive per esserci e non par avere ragione
in questa piazza
chi confida e chi consola di colpo tacciono
è giugno, in pieno sole, l'abbraccio nasce
non domani, ma subito
Il pomeriggio, i riflessi
sui tavoli dei ristoranti
non danno spiegazioni
vicino alle unghie rosse
coincidono con le frasi,
questa è la carezza
che dimentica e dedica
mentre guarda dentro la tazzina, le gocce
rimaste, e pensa al tempo
e alla sua unica parola
d'amore: "adesso"