martedì 24 gennaio 2012

TOLMINO BALDASSARI


La  neve  che  ti  prendeva  tanto

                                            ancor  prima  di  cadere

davanti  alle  tue  finestre

o  sulle  rive  d'argento  del  tuo  fiume,

lenta,

            invisibile  marea

                                                di  memorie  e  voci,

è  passata  con  un  brivido  da  qui,

e  senza  passi  felpati

                                                     lasciando

strade,  campanili  e  uomini  d'aria

è  caduta  sui  tuoi  occhi,

facendo  il  tuo  nome

e  chiudendolo  come  un  fiore  dietro  una  porta.


So  dove  sei  ora

lo  vedo

                  dai  vetri  lontani  della  mia  casa,

                                                            dal  mio  cuore

sottile  come  un  muro  d'acqua,

anche  se  l'aprile  caldo  e  quasi  estivo

atterra  all'improvviso le  ginocchia.


Sei  leggero,  più  vivo,

                                               un  vento  libero

di  andare

                  finalmente  insieme  alla  neve



Tolmino Baldassari (Castiglione di Cervia, 1927 - Cannuzzo di Cervia, 2010), è considerato uno dei più grandi poeti italiani del 900, benchè la sua produzione sia quasi tutta in dialetto romagnolo.
È stato bracciante, meccanico, funzionario politico e sindacalista. Ha ricoperto la carica di consigliere comunale di Cervia dal 1951 al 1956 e dal 1964 al 1989.
Autodidatta, ha maturato una vasta cultura soprattutto nel campo della poesia ed ha tenuto lezioni di letteratura presso varie scuole e corsi di poesia presso l’Università per adulti di Ravenna.
Ha esordito nel dialetto romagnolo nel 1975. Ha collaborato con varie riviste. Notizie sulla sua biografia si trovano in Qualcosa di una vita, stampato a Lugo nel 1995 dalle Edizioni del Bradipo.

OPERE DI POESIA: Al progni sérbi, Ravenna 1975 (Prefazione di U. Foschi); E’ pianafôrt, Ravenna 1977 (Prefazione di G. Laghi); La campâna, Forlì 1979 (Prefazione di G. Bellosi); La nèva, Forlì 1982 (Con un saggio di F. Brevini e una prefazione di G. Giardini); Al rivi d’êria, Firenze 1986 (Commento di F. Loi); Ombra d’luna, Udine 1993 (Prefazione di G. Tesio); I vìdar, Faenza 1995 (Prefazione di P. Civitareale); E’ zet dla finëstra, Castel Maggiore 1998 (Prefazione di A. Cappi); L’éva, Villa Verucchio 2002 (Prefazione di G. Lauretano); Canutir, Rimini 2006

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