sabato 10 novembre 2012

GIANNI MILANO


Torinese di origine, Gianni Milano è da sempre un attivista per i diritti civili e un personaggio notissimo all'interno del mondo libertario.



In memoria di Bruno Schultz 
 
 
Nell’universale pogrom di mosche non c’è spazio per colonne di piombo:
a fatica Sansone sorregge la sua testa l’idea fissa nel tempio del Signore:
come falci di onde latranti sono trascorsi i danzatori del principe Igor:
ora è pioggia fatale di neri bottoni di Pierrot che sotterrano le fate.
 
                                            Hanno vulve le fate?
 
Strascicando la sciarpa il cappotto dalle unghie corrotte il pendolo dormiente
barattiere di aleph di verderamati mozziconi d’antiquario e suggelli miracolosi
sulla linea di poroso catrame che geme falsi passi di lampione
alla ricerca di quel posto di quel posto-là.
 
                                           Hanno vulve le fate?
 
Attacchino d’arlecchineschi sberleffi di signori alla moda politici della parola
culi nudi dalla bocca aperta che colano colla lacrime appiccicose di bugie
quasi braci di seni che la notte promana da quarti di luce di manzo sventrato
dove dove seppelliscono i becchini le belle signore dell’incanto in ragnatele d’amianto?
 
                                          Hanno vulve le fate?
 
Uno spazio di certo c’è dove le cose, tutte, sparpagliate dal Golem isterico
giacciono a pancia all’aria rosicate sconnesse e ammutolite ma gloriose
perfidamente solidali con trame di polpastrelli di piano ed orme di passi di Luna,
la colpa non li incide non li decapita affatto: agli uomini ricostruire un senso.
 
                                         Hanno vulve le fate?
 
L’uccello di paglia all’incrocio tra il Tempo e l’Assenza vide passare in gioventù
per queste stesse arterie zoppicando seminando la forfora alle soste
illuminando gli angoli con spicchi d’occhi inverditi dall’angoscia
il raccattatore di fate – e c’era un botteghino in cui le fate
rendevano davvero, papillons dorés.
 
                                        Hanno vulve le fate?
 
Ha le dita macchiate d’inchiostro l’uomo di pietra che controlla il perenne
lagrimare della pompa dell’acqua che rinfresca i rayons i binari lucenti.
Odisseo delle rondini Odisseo dei colombi l’occhio a manca distilla
umore di mortale ferinità del sasso il tumore della pupilla
ferita dalla visione.
 
                                        Hanno vulve le fate?
 
E così senza meta strascicando il mio carro familiare come un cane di pezza
da una vita io mi filtro tra la pioggia di mosche alla ricerca delle fate.
Le affissioni grinteggiano col baffo rigido e la cornea ingiallita ma ho
un impegno d’amore un comizio in Eldorado una partita a carte con le ore
notturne un’arpa da suonare in onore dei morti di sogno un cavallo
in Guernica due o tre entrées per far ridere Alice un’adonica posa
per eccitare Teresa e così senza meta strascicando il mio carro
familiare, col moccio al naso…
 
                                       Hanno vulve le fate?
 
In confidenza – non farò caso ai polpastrelli nicotinici ai raptus
                          che si ingoiano le lampadine butterate:
in confidenza – da sottoscala a sottoscala, quanto può valere al mercato
                         dell’usato una profezia antica?
 
                                       Hanno vulve le fate.
 
                                                      
 
 
 
                                          GIANNI  MILANO 1983
 



2 commenti:

  1. non mi piace "dimenticatoio" anche se ironico e puoi immaginare il perché... se sei stimato e ricordato da diecimila persone anziché dieci milioni, non è che sei più sfigato, magari hai lavorato solo sulla qualità, non hai ceduto a compromessi che appiattiscono la tua persona a uno stereotipo facile, e sei ricordato meglio... :)

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  2. ...vedi anche l'esempio di Horst, era famosissimo negli anni 60 ma per cosa? soltanto per avere mandato un mazzo di rose a una cassiera, tutto qui. Tutto il resto, l'approfondimento, le poesie, la sua vita, la rivolta di uomo libero, non poteva essere capita e apprezzata dalle masse, veniva sostenuta da migliaia di attivisti... perché come diceva Fromm le masse non sono fatte di teste pensanti e autonome ma sono appunto "masse" e "numeri importanti" perché purtroppo così le hanno sempre gestite i poteri della comunicazione... c'è anche da dire che il QI non è elevato per tutti, ma questo è un altro discorso, sto parlando di "successo" per le masse. un bacio.

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