mercoledì 3 agosto 2022

The Last Resort (canzone degli Eagles, dall'album Hotel California, 1976)

 L’ULTIMA SPIAGGIA


Lei viene da Providence, nel Rhode Island
Dove le ombre del vecchio mondo incombono minacciose nell’aria
Aveva messo nel bagaglio le sue speranze e i suoi sogni come una profuga
Proprio come suo padre quando aveva attraversato il mare.

Sentì di un posto, dove la gente era felice
Parlavano di come vivevano i pellerossa, di come amavano la terra
E ne arrivavano da ogni dove fino allo spartiacque continentale
Cercando un posto dove vivere o dove nascondersi.

I bar sono pieni di gente che se la spassa
Non vedo l'ora di raccontarti com'è lassù
E lo chiamano paradiso, ma non so perché
Qualcuno ha spianato le montagne per tirare su la città.

Poi i venti gelidi hanno soffiato attraverso il deserto
Attraverso le gole sulla costa fino a Malibu
Dove sta proprio della bella gente, gente affamata di potere
Hanno acceso le loro insegne al neon e si son dati da fare.

E’ arrivata gente piena di soldi e ha devastato la terra, nessuno li ha fermati
Hanno fornito un mucchio di orrende casupole e la gente gliel’ha comprati
E l’hanno chiamato paradiso, il posto dove stare
Sono stati a guardare il sole offuscato che moriva nel mare.

Puoi lasciare tutto e far rotta sulle Hawaii
Proprio come i missionari tanti e tanti anni fa
Si portarono dietro persino un'insegna luminosa: "Gesù sta arrivando"
Tutto il peso dell’uomo bianco si è abbattuto
Hanno portato il regno dell'uomo bianco.

Chi provvederà al piano grandioso, che cos’è tuo e che cos’è mio?
Visto che non ci sono più nuove frontiere, ci tocca farlo qui
Soddisfare i nostri bisogni infiniti e giustificare le nostre azioni sanguinarie
Nel nome del destino e nel nome di Dio.

E puoi trovarli là ogni domenica mattina
Si alzano in piedi e cantano di come sia lassù
Loro lo chiamano paradiso, ma non so perché
Chiama un posto paradiso e digli pure addio.

sabato 25 giugno 2022

PATRIZIA CAVALLI

 

Datura

da Datura (2013)


Ma io non voglio andarmene così,
lasciando tutto come ho trovato
in questa scialba geografia che assegna
l’effetto alla sua causa e tutti e due consegna
all’umile solerzia dell’interpretazione.
Un altro è il mio progetto, la mia ambizione
è accogliere la lingua che mi è data
e, oltre il dolore muto, oltre il loquace
suo significato,   giocare alle parole
immaginando, senza un’identità,
una visione. Come di fronte a un fiore
di datura, a quel suo giallo
non propriamente giallo, crema piuttosto,
la stessa crema che ha la pesca bianca,
con brividi di verde trasparente,
ma delicati, piccoli,
il modo di morire al terzo giorno
o meglio, di seccarsi plissettandosi,
pelle di daino, straccetto, guanto,
ala di pipistrello acciaccato, riccioli, rostri,
questa bellezza propriamente sua,
che tutto ciò in se stesso non ci pensi
neppure alla lontana a poter essere
una soltanto di tutte queste cose
che dipenda da me la sua apparenza,
che ne sia io la sola responsabile,
questa è la gioia fiera del mio compito,
qui è il mio valore. Io valgo più del fiore.

lunedì 16 maggio 2022

PIER PAOLO PASOLINI

 "Supplica a mia madre"


È difficile dire con parole di figlio
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,
ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.
Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.
Sei insostituibile. Per questo è dannata
alla solitudine la vita che mi hai data.
E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame
d’amore, dell’amore di corpi senza anima.
Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:
ho passato l’infanzia schiavo di questo senso
alto, irrimediabile, di un impegno immenso.
Era l’unico modo per sentire la vita,
l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.
Sopravviviamo: ed è la confusione
di una vita rinata fuori dalla ragione.
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…

sabato 16 aprile 2022

COSTANTINO KAVAFIS

 ASPETTANDO I BARBARI di Costantino Kavafis

Che aspettiamo, raccolti nella piazza?
Oggi arrivano i barbari.
Perché mai tanta inerzia in Senato?
Perché i senatori siedono e non decretano leggi?
Oggi arrivano i barbari.
Che leggi devono fare i senatori?
Quando verranno le faranno i barbari.
Perché l’imperatore s’è levato
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggiore, incoronato?
Oggi arrivano i barbari!
L’imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzi ha già disposto
l’offerta d’una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.
Perché i nostri due consoli e i pretori
sono usciti stamani in toga rossa?
Perché i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?
Perché brandire le preziose mazze
coi bei caselli tutti d’oro e argento?
Oggi arrivano i barbari,
e questa roba gli fa impressione.
Perché i valenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre?
Oggi arrivano i barbari, e loro
sdegnano la retorica e le arringhe.
Perché d’un tratto questo smarrimento
ansioso? (I volti come si son fatti serii)
Perché rapidamente le strade e le piazze
si svuotano, e tutti tornano a casa perplessi?
S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.
E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.
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giovedì 2 dicembre 2021

"Time moves on" - Carmen & Thompson (1980)


I prati che guardo mi ricordano

i miei primi anni nella mia casa

dove mia madre diceva: ci incontreremo un giorno,

finché mi sono sposato con Loraine.
-
Il tempo passa, e tu

non puoi resistere
-
Il vento dell'est e la pioggia, sento

cadere lentamente sulla mia pelle.

Sento le voci dei ragazzini che hanno suonato

mentre la notte stava arrivando.
-
Il tempo passa, e tu

non puoi resistere
-
Che bei ricordi

mi riportano indietro.
-
Il tempo passa, e tu

non puoi resistere
-
Da quel momento, molto tempo fa

spensierato, attraverso le stagioni.
-
Il tempo passa, e tu

non puoi resistere
-
I prati che guardo mi ricordano

i miei primi anni nella mia casa.

Cerco di aggrapparmi ai ricordi

ma il tempo li sta incollando.
-
Il tempo passa, e tu

non puoi resistere

lunedì 22 novembre 2021

PAOLO PIETRANGELI

Oggi se n'è andato Paolo Pietrangeli. Musicista, poeta, attore e regista. Ha scritto molte canzoni di protesta e questo è il testo della sua più famosa, "Contessa", che scrisse nel 1966 a ventuno anni.


"Che roba contessa, all'industria di Aldo han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti; volevano avere i salari aumentati, gridavano, pensi, di esser sfruttati. E quando è arrivata la polizia quei pazzi straccioni han gridato più forte, di sangue han sporcato il cortile e le porte, chissa quanto tempo ci vorrà per pulire...". Compagni, dai campi e dalle officine prendete la falce, portate il martello, scendete giù in piazza, picchiate con quello, scendete giù in piazza, affossate il sistema. Voi gente per bene che pace cercate, la pace per far quello che voi volete, ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra, vogliamo vedervi finir sotto terra, ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato, nessuno piu al mondo dev'essere sfruttato. "Sapesse, mia cara che cosa mi ha detto un caro parente, dell'occupazione che quella gentaglia rinchiusa lì dentro di libero amore facea professione... Del resto, mia cara, di che si stupisce? anche l'operaio vuole il figlio dottore e pensi che ambiente che può venir fuori: non c'è più morale, contessa..." Se il vento fischiava ora fischia più forte le idee di rivolta non sono mai morte; se c'è chi lo afferma non state a sentire, è uno che vuole soltanto tradire; se c'è chi lo afferma sputategli addosso, la bandiera rossa ha gettato in un fosso. Voi gente per bene che pace cercate...
Informazioni

Scritta in occasione della prima occupazione studentesca dell'università a Roma, in seguito all'assassinio da parte fascista di Paolo Rossi. la canzone divenne tra le più eseguite durante il Maggio del '68.

lunedì 8 novembre 2021

FERNANDO PESSOA

 

LA MORTE E' LA CURVA DELLA STRADA

La morte è la curva della strada,
morire è solo non essere visto.
Se ascolto, sento i tuoi passi
esistere come io esisto.
La terra è fatta di cielo.
Non ha nido la menzogna.
Mai nessuno s’è smarrito.
Tutto è verità e passaggio.