mercoledì 20 gennaio 2016

NICOLA DASPURO

Nicola Daspuro è stato il librettista di Pietro Mascagni per la sua opera in tre atti "L'amico Fritz". Questa è una delle arie più conosciute dell'opera.


Son pochi fiori, povere viole,
son l'alito d'aprile
dal profumo gentile;
ed è per voi che le ho 
rapite al sole.
Se avessero parole
le udreste mormorar:
"Noi siamo figlie timide
e pudiche di primavera,
siam le vostre amiche...
morremo stasera
e saremo felici
di dire a voi, che amate gl'infelici:
il ciel vi possa dar tutto
quel bene che si può sperar" 
Ed il mio cor aggiunge una parola
modesta, ma sincera:
"Eterna primavera la vostra
vita sia, ch'altri consola!"

mercoledì 18 novembre 2015

MARIO CICOGNANI

Romagnolo, classe 1918, si laureò in Lettere e Filosofia, ottenendo poi una cattedra presso il prestigioso Liceo "Giovanni Berchet" di MIlano. Morì a Chieri, presso Torino, nel 1975. Come poeta si rivelò nel 1956 con la poesia che qui potete leggere, vincendo l'allora "Premio Trebbo Poetico Città di Cervia", presieduto da Giuseppe Ungaretti. Mario Cicognani è forse l'unico poeta romagnolo che in lingua italiana ha espresso qualcosa di nuovo ed originale, distaccandosi dal clichè della poesia di Pascoli.



METROPOLI

Non hai l'astratta aureola dei santi,
acrobata murario, tu che scavi
sempre più cielo ed un più duro pane
ripaga il piede sull'abisso, l'acre
sudore: ma una semplice bustina 
di carta di giornale. E ora consoli
di una tregua il lavoro: ora contempli
da su, a cavallo di una congiuntura
precaria del traliccio, il panorama
dei parallelepipedi, la nera
rete di strade. Scatta in alto un nastro
d'asfalto tra i penitenziari, scorre
e ti allucina netta una teoria
repulsiva di blatte. Triste il cuore
si colma di una nausea di nafta. 





domenica 27 settembre 2015

PIER PAOLO PASOLINI


"Auguri al Papa" di P.P. Pasolini; questa poesia entrò negli atti del processo a "La Ricotta" per dimostrare l'ateismo blasfemo del Poeta.


Va la littorina
verso Ravenna, inter pages:
e alla vista di siepi di duro materiale comancino
armate di brina, ho nelle gengive
il sapore di un bicchiere di vino invernale
pieno di cinguettii di uccelli.
Sapere posseduto
per via di padre- venuto da adriatiche
dinastie di padroni- e di madri,
prole di proprietari
di sacri pezzetti di friuli
nel quieto odore del fumo cristiano.
tu, monumento
assurdamente trapiantato in Roma,
di quelle parentele restate cattoliche,
inter pages, lungo il mare e ai piedi dei monti,
il Segretariato per l'unità dei cristiani,
è il prodotto del tuo humor cittadino
acquisito,
ma nato da una nobiltà che ha, in pagis,
padri gonfi come pagnotte, nani mastini,
nello sgomento odore di fuoco della brina.
"Sii il Pastore dei bianchi barbarici,
dei gialli sanguinari,
dei negri antropofagi:
tu regnerai
perchè sono miliardi i Sottoproletari della terra".
E col dolce spirito dei borghesi nuovi
tu lo sai, ne fai saggezza da buttar via,
umile.
Alta, sublime, millenaria saggezza:
che riapre la storia
agli abitanti della Subtopia!
"Sarai papa figlio di pastori del deserto,
nipote di kikuyu,
pronipote di cacciatori di teste,
fratello di maomettani, cugino
di pagani calabresi e indiani:
regnerai
perchè sono miliardi
i Sottoproletari della Terra"
Va la littorina
verso Ravenna, inter pages.
Contro schienali di duro materiale comancino
padri tracagnotti con le cadoppe romaniche
- le tue parentele comuniste-
stanno in ansia per la salute si chi ha in mano
i nuovi natali del mondo contadino.
Salute! Lunga vita,
Pastor Paganus! La Rivelazione che occupò i centri
e lasciò le campagne
al cinguettio degli Dei,
occupa col tuo sorriso campagne fatte continenti,
per sopravvivere in una nuova storia.
Va la littorina
verso Ravenna: e io alla tua fortuna
alzo l'ideale bicchiere, ex pagis,
di questo vinello
pieno del canto dei più umili degli umili.

domenica 30 agosto 2015

WILLIAM BUTLER YEATS


Si festeggia quest'anno i 150 anni della nascita del più grande poeta irlandese, e forse l'ultimo grande poeta in lingua inglese, come lo definì Eugenio Montale. Nacque infatti a Dublino nel 1865 e morì nel 1939.


Turbinando nel cerchio che si allarga
Il falcone non può sentire il falconiere
Le cose cadono a pezzi, il centro non può tenere.
Pura anarchia dilaga nel mondo
La marea insanguinata s'innalza e dovunque
La cerimonia dell'innocenza è annegata.
I migliori mancano di ogni convinzione mentre i peggiori
Sono pieni di intensità appassionata.
Certo è imminente una rivelazione
Certo è imminente la seconda venuta
La seconda venuta! Difficile pronunciare queste parole
Un ampio squarcio fuor dallo Spiritus Mundi
Tormenta la mia visione;
Da qualche parte nelle sabbie del deserto
Una forma con il corpo di leone e la testa di uomo
Bianco lo sguardo e senza pietà come il sole
Muove le sue cosce lente. Tutto intorno
Spirali fosche di uccelli del deserto.
La tenebra discende: adesso intendo
Che venti secoli di granitico sonno
Erano condannati all'incubo da una culla ondeggiante
E quale bestia orrenda, ora che alfine è venuta la sua ora
Striscia verso Betlemme per venire al mondo?