sabato 29 luglio 2023

CESARE PAVESE

 

Ascolteremo nella calma stanca
la musica remota
della nostra tremenda giovinezza
che in un giorno lontano
si curvò su se stessa
e sorrideva come inebriata
dalla troppa dolcezza e dal tremore.
Sarà come ascoltare in una strada
nella divinità della sera
quelle note che salgono slegate
lente come il crepuscolo
dal cuore di una casa solitaria.
Battiti della vita,
spunti senz’armonia,
ma che nell’ansia tesa del tuo amore
ci crearono, o anima,
le tempeste di tutte le armonie.
Ché da tutte le cose
siamo sempre fuggiti
irrequieti e insaziati
sempre portando nel cuore
l’amore disperato
verso tutte le cose.

lunedì 26 giugno 2023

RUTH KELLER (INGEBORG BACHMANN, nata a Klagenfurt e deceduta in Roma)

 

In den Bäumen kann ich keine Bäume mehr sehen.
Die Äste haben nicht die Blätter, die sie in den Wind halten.
Die Früchte sind süß, aber ohne Liebe.
Sie sättigen nicht einmal.
Was soll nur werden?
Vor meinen Augen flieht der Wald,
vor meinem Ohr schließen die Vögel den Mund,
für mich wird keine Wiese zum Bett.
Ich bin satt vor der Zeit
und hungre nach ihr.
Was soll nur werden?
Auf den Bergen werden nachts die Feuer brennen.
Soll ich mich aufmachen, mich allem wieder nähern?
Ich kann in keinem Weg mehr einen Weg sehen.

Non riconosco più gli alberi come alberi.
I rami non hanno le foglie che li fanno opporre al vento.
I frutti son dolci, ma privi d'amore.
E non saziano neppure.
Ora che accadrà?
Il bosco fugge davanti ai miei occhi,
vicino al mio orecchio tacciono gli uccelli,
non c'è prato che mi faccia da letto.
Sono sazia di tempo
ma anelo più tempo.
Ora che accadrà?
Sui monti arderanno nottetempo i falò.
Dovrei schiudermi? Riavvicinarmi a tutto?
In nessuna via riesco più a trovare una via.

domenica 28 maggio 2023

GIOVANNA BEMPORAD

 

Veramente io dovrò dunque morire

Veramente io dovrò dunque morire
come un insetto effimero del maggio,
e sentirò nell’aria calda e piena
gelare a poco a poco la mia guancia?
Più vera morte è separarsi in pianto
da amate compagnie, per non tornare,
e accomiatarsi a forza dalla celia
giovanile e dal riso, mentre indora
con tenerezza il paesaggio aprile.
O per me non sarebbe male, quando
fosse il mio cuore interamente morto,
smarrirmi in questa dolce alba lunare
come s’infrange un’onda, nella calma
***
Non farmi così sola come il vento
che si dispera in questa notte fonda
fino a morirne, eternamente sola
non farmi, come già sono da viva,
sotto la volta immensa ch’è misura
del nostro nulla. In punto di lasciare
questa mia fragile vicenda, tutte
le mie dolci abitudini, e la gioia
che spesso segue all’urto del dolore,
voglio adagiarmi su una zolla d’erba
nell’inerzia, supina. E avrò più cara
la morte se in un attimo, decisa,
piano verrà, toccandomi una spalla

sabato 20 maggio 2023

RAFFAELLO BALDINI da Santarcangelo di Romagna (1924-2014)


“A n´e´ so”
Invìci mè l´è un pó ch´a pràigh, ad nòta,
quant a m svégg, ch´a so lè, ch´a n´arcàp sònn,
l´è la vciaia? a n´e´ so, l´è la paéura?
a pràigh, e u m pèr ´d sintéi, a n´e´ so,
cmè ch´a n fóss da par mè, a n´e´ so, cmè che,
l´è robi ch´l´è fadéiga, a déggh acsè,
mo a n´e´ so gnénch´ s´a i cràid o s´a n´i cràid.

Non lo so
Invece io è un po´ che prego, di notte
quando mi sveglio, che sono lì, che non riprendo sonno,
è la vecchiaia? non lo so, è la paura?
prego, e mi pare di sentire dentro, non lo so,
come se non fossi solo, non so, come se,
sono cose che è difficile, dico così,
ma non so nemmeno se ci credo o non ci credo.

sabato 29 aprile 2023

VLADIMIR MAJAKOWSKIJ

 

Che il tempo
esploda dietro a noi
come una selva di proiettili.
Ai vecchi giorni
il vento
riporti
solo
un garbuglio di capelli.
Per l’allegria
il pianeta nostro
è poco attrezzato.
Bisogna
strappare
la gioia
ai giorni futuri.
In questa vita
non è difficile
morire.
Vivere
è di gran lunga
più difficile.

lunedì 27 marzo 2023

JORGE LOUIS BORGES

 

Né l’intima grazia della tua fronte luminosa
come una festa
né il favore del tuo corpo, tuttora arcano
e tacito e fanciullesco,
né l’alternarsi delle tue vicende in parole
o in silenzi
saranno offerta cosí misteriosa
come rimirare il tuo sonno coinvolto
nella veglia delle mie braccia.
Di nuovo miracolosamente vergine per la virtú
assolutoria del sonno,
serena e splendente come fausto ricordo trascelto,
mi offrirai quella sponda della tua vita
che tu stessa non possiedi.
Proiettato nella quiete,
scorgerò quella riva estrema del tuo essere
e ti vedrò forse per la prima volta
quale Iddio deve ravvisarti,
annullata la finzione del Tempo,
senza l’amore, senza di me.

domenica 19 marzo 2023

ANNA MARIA ORTESE

 

Il cielo sulla mia testa,

l'azzurro che mi guarda,

il sole che mi abbraccia,

le montagne che ardono immobili,

il vento che grida,

tutto questo sei tu.

Sei anche il mio paese,

sei la speranza.

Per quelli che non ti hanno visto

ho un'ansia nel cuore,

vorrei regalare il mio amore.

Ma non ancora, rimani,

dolcezza, a guardarmi.

Gelo, neve, torrenti

di tenebra e dolore

feriscono la mia memoria,

ogni strada chiusero,

e storia.

Mia bandiera di seta celeste,

sono una terra che duole.

Mio fratello caro,

padre e bambino mio,

non avevo nulla di cui bearmi,

ora guardo i tuoi occhi.

Quando morirò, 

volate o rivi azzurri,

a cercare altra sete e fame,

altro oscuro deserto.

Io non ho più paura,

non voglio che altri ne abbia.

Guardati intorno, consolazione.

Corri, speranza.

Scendi, giovane fiume,

pura luce sulle

pietraie del mondo.

Oh, amore, batte troppo

il mio cuore perchè io

non sappia d'essere sveglia.

Ma un sole così alto fa piangere.

Riposa sulla mia gola, riposa,

coprimi gli occhi,

bandiera cara.