domenica 31 maggio 2015

ANDREA TRERE'


LA  CITTA'  SEPOLTA

 
in questo stormo di città
dove persino la luce
che le piove addosso
pare antica di millenni
ci sono bazar di silenzi
a passeggio fra muri
e sfilate di statue
e di vecchie armature

le ghirlande sono sfiorite
oramai da lungo tempo
fra i volti delle ragazze alla finestra
qui pure le ali degli uccelli
recano un odore di storia ferita

ci sono giorni in cui si avverte
un odore di nuvole
come in nessun altro luogo

ci sono notti in cui si ascolta
un canto libero di alberi
come nessuna foresta ha mai ascoltato


da PERIMETRI E POLVERI, Edizioni Artestampa, 1996, Ravenna
con prefazione di Luciano Benini Sforza

mercoledì 29 aprile 2015

ALFONSO GATTO



TORNERANNO  LE  SERE


Torneranno le sere a intepidire
nell'azzurro le piazze, ai bianchi muri
la luna in alto s'alzerà dal mare
e nella piena dei giardini il vento
fitto di case, d'alberi, di stelle
passerà per la grande aria serena.
Torneranno nel sogno anche le voci
delle famiglie illuminate a cena,
la rapida ebrietà del loro riso.

O finestrelle, pozzi, logge, vetri
attaccati alla vita, allo spiraglio
delle fresche delizie e dei rimpianti,
o luna nuova sulla mia memoria,
tornate ad albeggiare con quel canto
di parole perdute, con quei suoni
struggenti, con quei baci morsi al buio.
Siate la polpa rossa dell'anguria
spaccata in mezzo alla tovaglia bianca.

mercoledì 18 marzo 2015

WALT WHITMAN

 

Sussurri di morte celeste

Sussurri di morte celeste odo sommessi,
labiali dicerie della notte, sibilanti corali,
passi che gentilmente salgono, mistiche brezze dall'alito mite e soave,
gorgoglii di fiumi invisibili, flussi d'una corrente che scorre, eternamente
scorre
(o è sciaguattio di lacrime? le smisurate acque delle lacrime umane?).
Vedo, vedo appena verso il cielo, grandi masse di nuvole,
malinconicamente lente ruotano, silenziose si espandono, si fondono
con qualche stella ogni tanto che mesta appare e scompare,
velata, lontanissima.
(o forse un parto, qualche solenne nascita immortale;
ai confini impenetrabili alla vista,
un'anima che passa).
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-189886?f=a:901>

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/poesie/poesie-d-autore/poesia-189886?f=a:901>

mercoledì 11 febbraio 2015

PRIMO LEVI - Se questo è un uomo


Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:

considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no...

considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno...
meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.

Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa,
andando per via,
coricandovi, alzandovi.

Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca;
i vostri nati torcano il viso da voi.

mercoledì 15 ottobre 2014

BERTOLD BRECHT


Qui, in questo zinco
sta un uomo morto,
o le sue gambe o la sua testa
o di lui anche qualcosa di meno,
o nulla, poiché era un agitatore.

Fu riconosciuto fondamento
del male: sotterratelo!
E' meglio che solo la moglie
vada con lui allo scorticatojo.
Chi altri ci andrà verrà segnato.

Quel ch'è lì dentro a tante
cose vi ha aizzati: a saziarvi,
a dormire all'asciutto,
a dar da mangiare ai figli,
a non mollare di una lira,
alla solidarietà con gli oppressi
simili a voi, e a pensare.

E siccome quel ch'è lì dentro
ha detto così, ora dev'essere
sotterrato, l'agitatore che vi aizzava.

E qualunque parlerà di saziarsi,
parlerà di dormire all'asciutto,
e chi di voi non mollerà di una lira,
e chi di voi vorrà dar da mangiare
ai figli, e chi pensa e si dice solidale
con tutti coloro che sono oppressi,
quello, da ora fino all'eternità,
dovrà essere chiuso nella cassa
di zinco, perché agitatore,
e sarà sotterrato.

giovedì 1 maggio 2014

MARIANGELA GUALTIERI


Mariangela Gualtieri è nata a Cesena nel 1951. Nel 1983 ha fondato, insieme a Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca. Ha pubblicato numerose raccolte di versi, fra le quali Antenata (Crocetti 1992), Fuoco centrale (Einaudi 2003), Senza polvere senza peso (Einaudi, 2006), Bestia di gioia (Einaudi 2010) e il testo teatrale Caino (Einaudi 2010). Innumerevoli anche i premi letterari che ha vinto un pò ovunque. Il poeta fiorentino Mario Luzi più volte la definì come una delle promesse mantenute della poesia italiana femminile. Questo testo è tratto da "Antenata", libro pubblicato da Crocetti, editore anche della rivista Poesia, e con prefazione del grande poeta in dialetto milanese Franco Loi.



IO LIBERO PER TUTTI


Venne una nuvola piccola,
dettava le parole gonfie,
di pane di gomma nera

certamente sto pronta
il galoppo comincia qui
stando a petto esposto
vi batto nel pensiero

è questo il corpo?
corpo a corpo calice
dove mettono tutto lo sciame,
state attaccati qui, non sparite




domenica 6 aprile 2014

"TOTTEIDE" - FRANCO COSTANTINI


Franco Costantini è nato a Roma nel 1959, ma la famiglia si è poi trasferita in Romagna tre anni dopo. Giornalista, poeta, anagrammista, attore, operatore e promotore culturale, è oggi considerato uno dei maggiori esperti di Dante Alighieri vivente, anche se il suo raggio d'azione spazia anche sui poeti greci e latini della classicità e sui poeti rinascimentali più importanti. Essendo romano d'origine non ha mai abiurato la sua fede romanista e in particolar modo il suo sconfinato amore per il mitico capitano Francesco Totti, di cui canta le gesta in questo libro, "Totteide", edito da Imprimatur e distributio nientemeno che da RCS. In pratica a Roma lo vendono anche nelle edicole. Un giusto riconoscimento, quindi, a questo personaggio che ormai ha segnato in profondità la vita culturale del nostro Paese, e che ho avuto il privilegio di conoscere oltre trent'anni fa, condividendo a volte serate di poesia insieme a lui. Da "Totteide", poema epico in endecasillabi, ecco a voi la prima parte del del prologo, che rimanda a quella notte del 1976 che diede i natali a Totti e che curiosamente coincise con la semifinale di Coppa Davis con l'Italia di Panatta e Barazzutti impegnata al Foro Italico in Roma, e che poi si concluderà con la finale disputata in Cile, e vinta, per la prima e finora unica Coppa Davis che l'Italia può vantare.



Eupalla diva, e voi possenti numi
che il calcio amate, e la "sferomachia"
nel mio intelletto, deh, infondete lumi
acchè più pronta la mia penna sia.

Donate a me la forza d'un Titano,
l'estro dei vati ed il saper dei dotti,
ch'i vo' narrar del Grande Capitano
ch'i vo' narrar di Francesco Totti.

I' vo' cantar de la sua classe pura,
del suo coraggio, de la sua gran possa,
e de la dedizione imperitura
con cui servì la causa giallorossa.

Cominciò tutto nel Settantasei,
il giorno ventisette di Settembre:
baciato dalla Sorte e dagli Dei,
nacque un fanciullo d'aggraziate membre.

Il giorno pria, domenica, in attesa
l'Urbe parea, sì come quando incombe
l'arcan; e in Coppa Davis fu sospesa
la gara di Panatta con "Niucombe"  (John Newcombe, tennista dell'Australia, ndr) 

Comete od altri segni assai sovente
d'un semidio precedono il Natale:
scese sul Foro Italico repente
il buio, e fè rinviar semifinale.

Lunga fu quella notte. Intensa e lunga
e oscura più di tutte l'altre notti.
Roma pregava: "che la luce giunga!".
E giunse l'indomani insieme a Totti.

Ogni romano si sentì più vivo
quel giorno; e più vincente, e meno frale:
Panatta, per il punto decisivo,
vinse due set e ci portò in finale.

Sin dal primo vagìto quel neonato
fu Stimolo, su Simbolo, fu Stella,
Bandiera, Salvator, Predestinato...
"Francesco" lo nomar Enzo e Fiorella.

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