Che ogni parola porti quello che dice.
Che sia come il tremore che la sostiene.
Che si conservi come un palpito.
Non ho da dire decorata falsità
nemmeno da mettere tinta dubbiosa
né aggiungere lucentezza a quello che c’è.
Questo mi obbliga ad ascoltarmi.
Ma siamo qui per dire la verità.
Saremo reali.
Voglio precisioni terrificanti.
Tremo quando credo che mi falsifico.
Devo portare in peso le mie parole.
Loro mi possiedono come io le possiedo.
Se non vedo bene, tu dimmi,
tu che conosci la mia bugia,
segnalami la calunnia,
rinfacciami la truffa.
Ti ringrazierò, sul serio.
Impazzisco per corrispondermi.
Tu sei il mio occhio, aspettami nella notte
e scorgimi, scrutami, sbattimi.